Hanno pelle di carta,
fragile pergamena segnata
da firme invisibili di farmaci,
inchiostro che non consola
ma trattiene il corpo a metà strada
tra la vita e l’addio.
La memoria a volte si fa nebbia,
un cassetto che non si apre,
un nome che scivola
come sabbia tra le dita.
E in quella stanza vuota
la paura siede accanto,
sussurrando: “Stai diventando peso.”
Ci sono anziani che camminano soli,
nel mercato dei lupi moderni,
dove la fretta divora la tenerezza
e il silenzio è la loro unica compagnia.
Altri restano a fianco dei figli,
sentendo negli sguardi
l’ombra di una stanchezza che non dicono.
Eppure, nel loro cuore
batte ancora un tamburo lento,
fatto di racconti, proverbi,
di mani che hanno seminato pane,
di occhi che hanno visto guerre e primavere.
Chi si ferma ad ascoltarli
trova in quelle voci tremanti
la bussola di un cammino smarrito.
Ci sono volontari che li cercano,
piccoli fari nel buio,
carezze che non chiedono ritorno.
Sono braccia che reggono
il peso invisibile della solitudine,
portando il calore
dove la notte sembra infinita.
Non sono scarti,
non sono peso:
sono radici nascoste
che tengono in piedi la foresta.
Ogni nonno è un libro aperto,
un consiglio prezioso
che può salvare una vita,
un sorriso che consola più di una medicina.
Perché la vecchiaia non è soltanto attesa,
è un dono segreto:
un lume acceso nel crepuscolo,
che illumina la strada
a chi ancora deve imparare a camminare.

Lascia un commento