Quando eravate piccoli
il Natale vi camminava incontro
con passi leggeri.
Le luci erano stelle vere,
i dolci promesse mantenute,
e ogni pacco racchiudeva un miracolo
che durava fino al mattino.
Io vi guardavo stupirvi
e imparavo di nuovo a credere.
Perché nei vostri occhi
viveva il Natale che avevo conosciuto anch’io,
quello che si eredita senza saperlo,
come una storia raccontata dal cuore
prima ancora che dalle parole.
Ora che crescete,
io tento di trasmettervi quella luce,
di rimetterla insieme ogni anno
come si fa con qualcosa di prezioso.
Ma dentro di me
abitano ricordi più antichi:
le mie mani bambine,
le voci che oggi non posso più chiamare,
gli abbracci che il tempo ha reso eterni
proprio perché mancanti.
Il Natale, figli miei,
è anche questo:
una dolce malinconia
che insegna ad amare più forte.
Vorrei che sapeste
che non tutti lo vivono come voi.
C’è chi non ha una tavola,
chi una casa,
chi una famiglia a cui tornare.
Ricordatelo sempre:
la festa più grande
è accorgersi degli altri.
E se un giorno il mondo vi sembrerà freddo,
portate con voi questo:
il Natale non è nei regali,
ma nelle mani che sanno donare,
nel tempo condiviso,
nella memoria che diventa cura.
Io sarò lì,
in ogni luce che accenderete,
in ogni gesto gentile che farete,
nel modo in cui sceglierete
di non voltare lo sguardo.
Questo è il mio augurio per voi:
che il Natale vi abiti sempre,
anche quando crescerete davvero.

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