AI MIEI FIGLI

Due fiamme rosse nel vento siete stati,

nati dal cuore, nel cuore cresciuti,

due sorrisi accesi, due mondi intrecciati,

tra braccia di un padre che vi ha sempre vissuti.

Con mani tremanti vi ho preso al principio,

cambiato pannolini, sfidato il sonno,

sulle spalle i vostri sogni, ogni giorno un inizio,

al parco, in bici, tra un tuffo e un “torno”.

Vi ho insegnato a leggere le favole vere,

a nuotare tra onde e tra le emozioni,

volevo darvi quel padre sincero

che io da piccolo ho visto in illusioni.

Siete stati la mia luce, la mia spinta,

i miei passi, il mio respiro nel mattino,

ma poi la vita ha piegato la tinta,

e da un amore è nato un destino meschino.

La distanza non l’ho scelta col cuore,

ma per salvare il poco che restava intero,

via da chi ha seminato rancore,

da Napoli a Grosseto, con dolore sincero.

Mi sono perso le vostre stagioni,

i compleanni, i primi amori, i sorrisi nuovi,

le confidenze, le emozioni, le illusioni.

Un nodo alla gola, un peso sul petto,

sono il prezzo che pago ogni santo giorno,

ma il mio amore resta intatto e perfetto,

come il sole che c’è, anche quando è ritorno.

Io ho provato ad essere il padre assente

che la mia infanzia ha tenuto lontano,

ma per voi, figli miei, sono stato presente,

nel cuore, nell’anima, nel gesto più umano.

Amico, confidente, rifugio e riflesso,

nonostante l’ombra, nonostante il tempo,

spero che un giorno, con amore espresso,

voi possiate capire tutto questo mio silenzio.

Che il mio sacrificio vi spinga in alto,

che siate uomini liberi, forti e gentili,

che abbiate famiglie dove l’amore è salto

e non ferita che brucia sotto i fili sottili.

E se mai un giorno tornerete a cercare

quel padre che vi ha amato senza misura,

sappiate che non ho mai smesso di amare,

anche nel buio, siete sempre la mia cura.

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